12 Marzo 2009 20:38 Nome: Anonimo
Bisogna chiarire che le centrali al torio, di cui tanto Rubbia parla, esistono solo sulla carta; un sistema del genere non si costruisce dall'oggi al domani, per cui è inutile pontificare su una strada già sbarrata.
Inoltre la costruzione di "nuove" centrali nucleari è un altro abnorme spreco, data la possibilità di riaprire in meno di 12 mesi le centrali di Trino e Caorso, con una spesa relativamente bassa.
Un altra barriera psicologica alla costruzione di centrali è la paura totale delle scorie quando, in realtà data la loro scarsa quantità su tutta la terra e la bassa probabilità di esse di finire nelle falde acquifere data l'enorme sistema di sicurezza che le controlla le rende meno pericolose di materiali tossici che TUTTE le altre centrali producono.
Infatti anche le centrali fotovoltaiche, solari termiche...ecc. producono scorie e materiali pericolosi: i pannelli fotovoltaici, una volta arrivati alla fine della loro vita utile, vanno smaltiti, ma essi "sono drogati" con materiali quali piombo, arsenico e altri metalli pesanti; il solare termico si basa, come scambiatore di calore, su oli minerali tossici, che vanno smaltiti.
Eppure c'è più paura delle scorie nucleari, che possono anche essere smaltite in pochi anni, con le nuove tecnologie
(http://futuroprossimo.blogosfere.it/...adiazioni.html
http://www.stomverbaasd.com/russian-...rbing-mineral/
http://www.russiatoday.ru/Top_News/2...g_mineral.html
http://www.enjoyfrance.com/content/view/1031/31/)
L'italia si trova in un equilibrio instabile da cui difficilmente può uscire; avendo perso la corsa al nucleare civile, ci troviamo nella condizione di BUTTARE VIA soldi adesso, per centrali che, una volta completate, saranno già obsolete; ma non è neanche possibile sfruttare altri tipi di energia, giacchè l'idroelettrico è già sfruttato al 97%, le centrali termoelettriche ormai hanno senso solo come impianti a gas, ma che ci costringerebbero a "tirare" altri metanodotti in russia, ad un costo esorbitante, le centrali solari hanno un forte limite: lo spazio, bisognerebbe costruirne una grossa come tutta la Sicilia per sopperire al fabbisogno italiano e le centrali eoliche sono poco produttive, in Italia, dove le zone a vento costante superiori ai 7 nodi sono pochissime, di questo dobbiamo ringraziare le Alpi, scudo naturale.
10 Marzo 2009 14:27 Nome: pinocardaci
io sono daccordo alle 4 centrali nucleari e o gia identificato i siti la piu grande ad arcore sotto casa di berlusconi laltro a gemonio sotto casa di bossi laltro sotto casa di fini laltra sotto casa di lonbardo in sicilia e ilproblema e risolto ma non devono canbire residenza e devono inpegnarsi puplicamente se li considerano sicure al 100 per 100 roma ladrona e forza lega voglio sapere cosa ne pensate della mia proposta saluti e baci pino
01 Marzo 2009 09:43 Nome: Mariuccio Bianchi
Non sono un esperto nel senso tecnico del termine, non sono pregiudizialmente ostile al nucleare, come a tutte le altre energie alternative agli idrocarburi, responsabili dell'effetto serra. Ritengo però che la lettera trasmessa da Stefano Bernasconi meriti attenzione e debba essere discussa e argomentata o controargomentata seriamente e non con le solite, ovvie e ormai stantie banalità, come sottolinea il signor Lolli.
Sarebbe auspicabile che qualche associazione malnatese (non solo Lega ambiente, ma anche quelle culturali) promuovesse un incontro su un tema di assoluta rilevanza come questo.
26 Febbraio 2009 12:37 Nome: Stefano
Penso sia interessante questa lettera che ho trovato su varesenews.
Tornare al nucleare? Sì, col torio!
L'utilizzo di combustibili fossili nella produzione di energia comporta l'emissione di gas ad effetto serra responsabili del cambiamento climatico in atto. Oltre a polveri sottili e altre tossiche "amenità". A fronte della crescente fame di energia e del prezzo del petrolio, politici miopi, sprovveduti ed irresponsabili che non sanno un'acca di fisica elementare propongono il ritorno al nucleare. Che non produce gas serra.
Purtroppo l'attuale nucleare basato sulla fissione dell'uranio o, peggio, del plutonio,
presenta irresoluti enormi problemi:
1) la sicurezza delle centrali collegata al pericolo di "meltdown" (colata di sotto) terribile termine anglosassone che molti ingegneri nucleari si rifiutano scaramanticamente di pronunciare perchè indica l'ipotesi più spaventosa: la fusione del nòcciolo in conseguenza di guasto/fermata del sistema di raffreddamento e il suo inarrestabile ineluttabile sprofondamento nelle falde freatiche e conseguente contaminazione radioattiva di fiumi e mari con il suo contenuto di miliardi di curie (Ci).
La mia coscienza morale di studioso e divulgatore scientifico mi impone di ricordare e sottolineare il fatto (evidenziato da Carlo Rubbia in "Il dilemma nucleare") che almeno fino al 2060, uomini, donne, bambini, sia già viventi che non ancora nati, si ammaleranno e moriranno per i radionuclidi emessi nella biosfera dal "piccolo" (no meltdown) incidente di Chernobyl del 1986. Così come migliaia sono già morti o stanno morendo. Dimenticati. Nessuno ne parla più.
2) la inevitabile produzione collaterale di plutonio 239 (uranio 238 + 1 neutrone = uranio 239 che decade in nettunio 239 che decade in plutonio 239). Il plutonio 239 è il detonatore che innesca la bomba al deuteruro di trizio, volgarmente detta bomba H. Oltre 1000 volte più potente della bomba di Nagasaki 1945. Da ciò discende l'enorme interesse strategico militare per il plutonio 239.
Basta questa considerazione affinché tutti gli uomini di buona volontà abbiano l'obbligo etico/razionale di opporsi al nucleare attuale.
3) la produzione di scorie altamente radioattive per ere geologiche. Senza esagerazione. Il plutonio 239 ha un tempo di dimezzamento (emivita) di 24.200 (ventiquattromiladuecento!) anni
e un tempo di completa neutralizzazione di 200 millenni.
N.B.: per approfondire, il testo più semplice, accessibile anche a non esperti in fisica è:
Carlo Rubbia, Il dilemma nucleare
Esistono delle alternative nucleari percorribili? Sì e la fisica ce ne indica almeno due.
La prima la vediamo tutti i giorni perché è il "motore" che da 5 miliardi di anni tiene "acceso" il nostro Sole: la fusione nucleare dell'idrogeno in elio. Anche se, molto teoricamente, sarebbe l'uovo di Colombo di un nucleare pulito, trascuro qui tale ipotesi in quanto, almeno per ora, troppo difficilmente percorribile. La sua utilizzazione pratica non è "dietro l'angolo". La cosiddetta "fusione fredda" ed il suo sfruttamento energetico purtroppo oggi esistono solo nei sogni di Adriano Celentano, Beppe Grillo e miei.
La seconda alternativa è molto più allettante, possibile, abbordabile: la fissione nucleare del torio.
Perché il torio al posto dell'uranio e del plutonio?
a) il pericolo di "meltdown" sarebbe molto inferiore e, conseguentemente le centrali sarebbero
enormemente più sicure perché più facilmente controllabili.
b) il torio non produce e non può produrre plutonio.
c) le scorie radioattive prodotte dal torio hanno un tempo di completa neutralizzazione di 30 (trenta!) anni. Non 200.000!!!
d) il torio è presente in relativa abbondanza su tutta la Terra.
Tutti i paesi potrebbero abbastanza facilmente estrarlo.
Ergo nessuna dipendenza dai paesi possessori di miniere di uranio e dalle superpotenze
economico-militari che ne "controllano" il mercato.
A proporre la soluzione torio sono in ottima e accademicamente autorevolissima compagnia di liberi (non militarizzati) studiosi in fisica di tutto il mondo, in primis il nostro Prof. Carlo Rubbia:
«Piergiorgio Odifreddi: Esiste una "via regia" al nucleare?
Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica: Io penso che ci sia e che sia quella basata sul torio. Che non è proliferante e dunque non può portare né a Hiroshima né a Chernobyl. E non ha bisogno di arricchimento come l'uranio. E produce solo scorie radioattive a vita breve, inferiore ai trent'anni. Ed è abbondante su tutto il pianeta.»
Da: Piergiorgio Odifreddi, Incontri con menti straordinarie, Longanesi 2006.
Il problema è che per tradurre in pochi anni le "equazioni del torio" in tecnologia sfruttabile occorrerebbe, in soldi, cervelli, e determinazione, un grande sforzo paragonabile a quello che ha consentito a Enrico Fermi & colleghi di tradurre le "equazioni dell'uranio" nella realizzazione della "pila di Fermi" a Chicago nel 1942, il primo reattore nucleare. Un tale sforzo per un nucleare enormemente più sicuro ed enormemente più pulito basato sul torio sarebbe facilmente alla portata dell'Unione Europea. Ma si scontra con i miopi, egoistici interessi e la feroce opposizione dei padroni multinazionali del petrolio, dell'uranio, della disinformazione e della guerra. E con l'ignoranza, l'irresponsabilità e la non lungimiranza della stragrande maggioranza dei politici.
Politici che se gli chiedi: "Cosa è il trizio? (idrogeno con 2 neutroni, materia prima della bomba H)" ti rispondono:
"Er Trizio? E che è? Er fra' de Craio e Srempronio?"
Nel frattempo è l'India (cosidetto "paese delle vacche sacre") a investire sulle ricerche del nucleare col torio.
Giovedi 26 Febbraio 2009 Dr. Bruno Moretti Turri, Varese
26 Febbraio 2009 11:55 Nome: lolli
E sentiremo dire che le centrali sono già vicine ai nostri confini. E sentiremo dire che le nostre spese sono alteperchè non abbiamo il nucleare. E sentiremo dire che il nucleare di nuova generazione è sicuro.
Energie alternative, potenziamento delle risorse naturali, guerra alle grandi lobbies dell'energia, questo vorrei sentir dire